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Sono Patrick Emery Ishimwe, laureato all’Università Luiss di Roma. Ho avviato una start-up che opera principalmente nel settore agricolo per combattere l’insicurezza alimentare nel mio Paese, il Burundi. Il mio Paese ha attraversato diversi colpi di Stato militari sin dalla sua indipendenza (1960), mentre le crisi socio-economiche sono state sempre più gravi, includendo massacri di massa, fino a quando (2002) è stato istituito un governo di transizione in carica per due anni, fino alle prime elezioni nazionali tenutesi nel 2005. Ad oggi, questa comunità senza sbocco sul mare dipende ancora fortemente dalle importazioni dai Paesi vicini, come Tanzania, Uganda e Kenya. Per questo motivo, i prezzi sono aumentati vertiginosamente, e oggi un gran numero di cittadini non può permettersi nemmeno i generi alimentari di base, vivendo di un’agricoltura di sussistenza tutt’altro che moderna (uso di zappe). Attualmente, il mio Paese è annoverato tra i Paesi più poveri del mondo (classifica del FMI), che non possono nemmeno ottenere prestiti dalle istituzioni finanziarie internazionali in quanto privi di fonti di reddito che possano garantire il rimborso del prestito. Per questo motivo, a causa della mancanza di risorse finanziarie necessarie a coprire le spese di vita, si registra un forte abbandono scolastico nella fascia d’età inferiore ai 18 anni e nella popolazione operaia. Recentemente, solo il Belgio ha registrato più di 1.000 migranti illegali in un anno dal Burundi, un record storico dal 1990.
Per questo, tenendo presente che la disponibilità di prodotti alimentari di base è il punto di partenza per lo sviluppo di qualsiasi comunità, ho capito che la mancanza di investimenti significativi nel settore agricolo è ancora una lacuna da colmare per aumentare la produzione endemica, cosa che farà diminuire notevolmente i prezzi dei prodotti di base e fornirà generi alimentari sufficienti e accessibili. Alla luce di ciò, ho deciso di fondare una start-up basata sull’allevamento di galline ovaiole. Il numero ammonta a 2000 galline ovaiole e il progetto prevede la produzione di uova già dopo un certo periodo, che arriva fino a 5 mesi.
L’insicurezza alimentare è diventata un problema globale, che si nota ovunque. Pertanto, la necessità di sovvertire questa tendenza è essenziale per il bene della comunità globale. Desidero profondamente contribuire alla produzione endemica di beni alimentari nella mia terra d’origine. Ho deciso di entrare in questo settore iniziando con un progetto di allevamento di pollame, inteso come fondamento dell’intero processo che abbraccia molte fasi e diversi settori di produzione – investimenti in colture cerealicole (grano, mais, sorgo, ecc.). La start-up è attualmente la più grande dell’intera città che conta 300.000 persone. Tutte le attività simili sul territorio sono svolte per la sussistenza e di conseguenza la produzione è scarsa, il che significa che non riescono a rispondere alle esigenze della comunità. Finora, questa attività è partita come la più grande e crescerà gradualmente in termini di filiera. La comunità locale ne trarrà sicuramente beneficio in termini di opportunità di lavoro e di diminuzione dei prezzi. Infatti, la produzione è sicuramente un bene innegabile che permetterà alla comunità di permettersi alimenti ricchi di proteine e di arricchire il pasto quotidiano. Questa soluzione sembra essere la più semplice, in quanto si verifica il successo e il progresso in base alla produzione e, in seguito, si stabilisce un mercato accessibile per l’intera comunità.
Infine, gli allarmanti problemi che si vogliono risolvere con questa attività mirano ad alleviare l’insicurezza alimentare, attraverso la produzione di prodotti alimentari, a partire da alimenti ricchi di proteine come la carne e le uova e, in seguito, di fertilizzanti organici che contribuiranno efficacemente a incrementare la produzione di prodotti di base da coltivare nelle fasi successive di questo progetto. Ho intenzione di creare allevamenti sussidiari in tutta la regione e di inviare galline ovaiole alle persone che desiderano unirsi a noi.
Come si può notare dalle immagini qui sotto, il progetto è stato avviato e ha già raggiunto un certo risultato (70%). Ad oggi, mancano ancora circa 6000 euro per fornire il mangime per le galline per 3 mesi e prepararci per il prossimo periodo di produzione, poiché abbiamo bisogno di vari materiali per svolgere efficacemente questa attività.